Il forte legame
Tenimenti Civa e la Ribolla gialla
Crediamo profondamente nella Ribolla Gialla per le peculiarità e la qualità che l’uva sa esprimere sulle colline friulane. Per tale motivo a questo prezioso Vitigno è stato dedicato un ambizioso Progetto in cui Tenimenti Civa è impegnata sin dalla sua nascita.
I consumatori dimostrano curiosità rispetto alla Ribolla, che piace anche per il nome, e stanno premiando sia la versione ferma sia la spumante, ottenuta col metodo Martinotti o Charmat. Tale successo non è casuale perché il mercato ricerca l’autenticità di un vino rispetto alle sue origini e a chi lo produce.
Tra Manzano e San Giovanni al Natisone abbiamo realizzato un podere di circa 23 ettari dedicato alla Ribolla Gialla , con probabilità il vigneto più grande dei Colli Orientali del Friuli. Il corpo unico rende più semplice la gestione e il controllo dell’intera filiera produttiva, permettendoci di raggiungere livelli di qualità via via più elevati.
Il legame Tenimenti Civa e Ribolla Gialla diverrà sempre più stretto nei prossimi anni perché il nostro intento è quello di incrementare la produzione di questo autoctono d’eccellenza, preservando sempre la qualità.
Il Vitigno
La storia della Ribolla gialla e del vitigno
C’è un vitigno e un vino a cui rivolgiamo una particolare attenzione: la Ribolla Gialla!
Non vi è dubbio che almeno una parte dei Colli orientali del Friuli e il Collio, italiano e sloveno, siano noti nel mondo enoico come il ventre materno di questo vino.
La storia della Ribolla è riccamente documentata; le fonti storiche dal medioevo all’età moderna si riferiscono al vino Ribolla (il primo documento è del 1207 negli Statuti di Treviso), mentre la prima attestazione di un vitigno Ribolla risale al 1822.
Il 29 gennaio di quell’anno nel Laibacher Zeitung, un giornale di Lubiana, è riportata la pubblicità di un vivaio che offriva barbatelle e tralci di alcune varietà che hanno fatto la storia della viticoltura friulana e triestina, tra queste c’è anche la Ribolla. Non sapremo mai se si trattava dell’attuale Ribolla Gialla o di uno dei tanti vitigni che concorrevano alla formazione di un vino così chiamato.
La Ribolla Gialla e la Ribolla verde appaiono in modo certo solo nel 1823 grazie al Conte Pietro di Maniago, che compilò su ordine di sua altezza imperiale Francesco Carlo, un “Catalogo delle Varietà delle Viti del Regno Veneto”, cioè del Veneto e del Friuli non austriaco.
La Ribolla nel XX secolo
Il successo dei vitigni internazionali catturò anche i produttori del Collio sloveno, ma qui più che in Friuli confidarono nella Ribolla ed oggi è diffusa nelle aree che confinano con le colline in provincia di Udine e Gorizia come Medana, Castel Dobro, San Martino, San Lorenzo, Quisca, Cerò, Visgnavicco, Vedrignano, Bigliana e Cosana.
Mentre in Slovenia convivono le due varietà di Ribolla, ossia quella gialla e la verde, più produttiva, nei colli friulani è coltivata prevalentemente la prima, ritenuta di qualità più pregiata.
La Ribolla Gialla viene impiegata come varietà unica da circa settant’anni, e se fino a pochi decenni fa era un vino dolce, solo in parte fermentato, che i friulani accompagnavano alle castagne, oggi è molto apprezzato come vino secco e come vino spumante.
I primi decenni del XX secolo la Ribolla era considerata varietà eccellente e la sua diffusione era incentivata. Infatti, il vivaio di Gagliano di Cividale innestava giovani viti su di una radice diversa, detta portainnesto, affinché la pianta potesse adattarsi alle diverse condizioni di clima e terreno.
Il periodo di declino si manifestò dopo la seconda Guerra mondiale, quando Pinot grigio, Pinot bianco, Friuliano (ex-Tocai), Merlot, Traminer e Riesling, provenienti da Francia e Germania, trovarono maggiori consensi.