La Ribolla Gialla: il vitigno che ha sfidato i secoli
Non ci si può sbagliare nel riconoscere il grappolo cilindrico di Ribolla Gialla per via della caratteristica puntinatura degli acini e del colore giallo alabastrino.
Il nome Ribolla è ricorrente dal medioevo all’età moderna, ma allora si trattava di un vino che si produceva con vitigni diversi in cui con probabilità entrava anche la Ribolla.
È nel 1822 che compare in un giornale di Lubiana, il Laibacher Zeitung, la prima attestazione certa di una varietà di vite detta Ribolla. Ma non sapremo mai se si trattava dell’attuale Ribolla Gialla o di uno dei tanti vitigni che concorrevano alla formazione di un vino così chiamato.
Le varietà utilizzate per produrre il vino denominato Ribolla erano in buon numero, potevano cambiare a seconda del territorio e vi entravano in studiate proporzioni.
Alcune varietà esistono ancor oggi, altre sono scomparse o non più coltivate. I nomi di quelle conosciute sono: Ribolla Gialla, Ribolla verde, Ribuelàt, Gran rap (paga debits), Agadene, Pogruize, Cividìn, Cividìn garb, Prossec, Coneute, Glere gruesse, Glere secie.
In passato accadeva spesso che varietà diverse avessero lo stesso nome, tutte si chiavano Ribolla, per via del prestigio di cui godeva un determinato vino. Il Ribolla era un prodotto di collina, dolce e con un mercato ultra montano che ne garantiva lo smercio; un vino, dunque, particolarmente apprezzato, e poiché quel vino di successo era denominato Ribolla, molti altri vini vennero chiamati con lo stesso nome.
Oggi gli studi scientifici ci dicono che non esiste una varietà unica di nome Ribolla. Ve ne sono infatti tre distinte qualità: la Ribolla Gialla, la Ribolla verde coltivata perlopiù in Slovenia, e la Ribolla nera.
Quest’ultima dà il pregiato vino Schioppettino, che nel Comune di Prepotto e nella frazione di Albana, in provincia di Udine, ha i suoi territori d’elezione.
Sommario
Il vino Ribolla Gialla oggi
La Ribolla è un vino ottenuto per almeno l’85% dalla varietà Ribolla Gialla, mentre il restante 15% può essere composto dai seguenti vitigni a bacca bianca: Chardonnay; Malvasia (da Malvasia istriana); Pinot bianco; Pinot grigio; Riesling (da Riesling renano); Sauvignon; Friulano (da Tocai friulano); Traminer aromatico; Verduzzo friulano.
Dove lo si coltiva
Dopo un periodo di oblio, la Ribolla Gialla viene riscoperta all’inizio degli anni ’90 grazie a piccole realtà desiderose di mantenere vivo il legame col territorio storico.
Se in quegli anni era perlopiù confinato sulle colline centro-orientali del Friuli, oggi viene coltivato in tutte le province: Udine, Gorizia, Trieste e Pordenone. Nelle alture assolate di marna e argilla, l’uva è normalmente destinata alla Ribolla ferma; invece dalla pianura si ottengono frutti per produrre sia la versione ferma sia la spumante.
Dalla raccolta alla vinificazione: la fisionomia della Ribolla Gialla
La raccolta avviene verso la metà di Settembre. Dalle uve elaborate in acciaio con la tradizionale vinificazione in bianco si ottiene un gradevole vino in cui emergono aromi varietali che evocano gli agrumi, la frutta bianca – la mela in particolare –, sentori di erbe, accenni di fiori di campo e la rosa.
In bocca ha una buona struttura in cui predominano freschezza, sapidità e un grado alcolico moderato che ne facilita la beva. L’acidità spesso tagliente rende agile il vino, e tiene pulita la cavità orale da cibi untuosi.
È proprio grazie all’acidità che la Ribolla si presta ad essere spumantizzata perlopiù col metodo Martinotti o Charmat o col Metodo Classico, dando in entrambi i casi un vino spumante ricercato, dalla distinta personalità e con un futuro che ci si augura radioso.
Alle volte la Ribolla Gialla è il risultato della macerazione sulle bucce. Sono oramai noti gli “orange wine”, vini dal profilo particolare per la cui vinificazione e/o maturazione vengono utilizzati contenitori in legno. Hanno un golosissimo colore arancio-rame, la trama è spessa e caratterizzata dal taglio severo dell’acidità naturale.
Se un tempo la coltivazione della Ribolla Gialla veniva raccomandata sulla sommità delle colline, oggi è diffusa anche nelle zone in piano per produrre perlopiù la tipologia spumante.
Questo dimostra come un vino possa cambiare nel tempo conservando lo stesso nome. Il vino Ribolla è stato un “filtrato dolce” (Ribuele colade) ovvero un mosto solo in parte fermentato, un piacevolissimo vino fermo che di recente si è affermato anche come macerato, infine uno spumante che ci si augura possa avere un radioso futuro nell’immenso mare delle bollicine.
Seguici sui canali Facebook e Instagram
Ti potrebbe interessare: