Lo Schioppettino dei Colli Orientali del Friuli: Caratteristiche e Abbinamenti

La storia dello Schioppettino

Lo Schioppettino dei Colli Orientali è uno dei preziosi vitigni autoctoni friulani, denominato Ribolla nera nel registro nazionale delle varietà. Negli anni Settanta era prodotto da pochissimi e in quantità esigua. Nonostante la sua certa esistenza venne doppiamente ignorato: non fu compreso nella lista dei vini a denominazione d’origine controllata all’interno della zona a Doc Colli Orientali del Friuli – la Doc nacque nel 1970 – e a livello europeo non fu compreso tra le viti autorizzate e raccomandate alla coltivazione.

Fu dichiarato addirittura “fuori legge” e furono previste sanzioni pesanti per i viticoltori che lo avessero piantato o continuato a coltivare successivamente all’entrata in vigore della norma europea.

La sfida per una sua rinascita durò tredici anni fino al 1983 quando fu compreso tra i vitigni raccomandati alla coltivazione con Regolamento Comunitario.

La sfida fu lanciata dalla famiglia Rapuzzi sulle colline di Cialla – si  trova 20 chilometri a nord est di Udine sui Colli Orientali del Friuli – con l’aiuto prezioso dell’allora sindaco di Prepotto Bernardo Bruno, e raccolta anche da una famiglia di distillatori di Percoto di Pavia di Udine, i Nonino, attraverso l’istituzione del premio “Risit d’Aur” (barbatella d’oro).

Premio che era un riconoscimento ufficiale a chi, in qualunque modo, avesse contribuito alla sopravvivenza di questo vitigno restituendogli quella dignità che più volte era stata calpestata.

Le Caratteristiche dello Schioppettino

Lo Schioppettino è un vino schietto, piace perché sa donarsi con grazia senza alcuna pretesa di voler impressionare. Di colore rosso violaceo, è asciutto, tannini non pronunciati ed un finale piacevolmente amarognolo. Di buon corpo, non molto alcolico e fresco.

Ha una spiccata speziatura soprattutto se le uve provengono da terreni ghiaiosi, mentre l’espressione fruttata di bacche, quali lampone, mora selvatica, mirtillo, ma anche ciliegia e anguria, si rivela maggiormente sui suoli argillosi marnosi e sulle terre rosse. Col trascorrere del tempo si arricchisce di un elegante bouquet di sottobosco.

L’Abbinamento dello Schioppettino con il cibo

Lo Schioppettino ha una particolare predisposizione nei confronti del cibo. La sua acidità e il tannino appaiono integrati, senza mai essere eccessivi. Anzi, la tannicità tende a mantenere sempre un tono affettuoso. L’ampiezza e la profondità dei profumi aiutano sia quando si incontrano sentori affumicati e/o speziati, sia quando tra gli ingredienti vi sono salse cremose anche venate di leggerissima dolcezza.

Schioppettino dei Colli Orientali del Friuli Abbinamenti

Lo Schioppettino è indubbiamente il compagno fedele di piatti rustici della cucina tipica friulana. Quando il vino ha un tratto di maggiore severità e la struttura più incisiva vale il consiglio di provarlo con tagliatelle al sugo di cinghiale, capriolo o lepre.

L’immancabile polenta di mais sulla tavola friulana può essere accompagnata da salame morbido e non troppo salato che vuole vini rossi non tannici, che darebbero una sensazione dura e metallica, ma freschi di acidità  per pulire la bocca.

Il panino di polenta di mais imbottito di mozzarella di latte bovino e qualche fetta di Pitina delle valli del pordenonese – la polpetta fatta di carni miste, capriolo, capra o pecora e una parte di carne di maiale, che smorza il sapore intenso e un po’ selvatico delle altre carni –  è un’altra valida proposta in abbinamento allo Schioppettino, che accoglie l’affumicato del piatto, ingentilito dalla presenza del latticino, grazie ai suoi profumi fruttati.

Da provare sui classici crostini di pane bruschettato e una mousse realizzata con il mascarpone, teneri fondi di carciofo e polvere di buccia di limone.

Un sugo di salsiccia e scalogno per il condimento della pasta richiede un vino di qualità come lo Schioppettino che non essendo particolarmente strutturato accoglie l’accattivante equilibrio tra il sugo e la pasta.

Un ulteriore suggerimento è provarlo col petto d’anatra al pepe nero prevedendo qualche pezzetto di albicocca nel sugo di cottura. Lo Schioppettino saprà dare grande soddisfazione al palato, uno di quei matrimoni che non si scordano per piacevolezza e armonia.

 

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Maria Cristina Pugnetti, nata a Udine nel 1964, laureata in Economia Aziendale all’Università Cà Foscari di Venezia, ha un Master nel digital marketing conseguito presso Il Sole24 Ore di Milano. Autrice di numerosi articoli: per Tiere Furlane – rivista di cultura del territorio del Friuli Venezia Giulia – , Voce Isontina, Il Popolo, Vita Nuova, La Vita Cattolica, Il Quotidiano Fvg, Il Gazzettino sez. Udine, e per la Società Filologica Friulana. Correttore di bozze di diversi libri e volumi, convinta che sia un mestiere difficile ma bellissimo. Organizzatrice di eventi culturali. Ha un blog personale: Vinidellanima.it dedicato alla diffusione della cultura di vino e cibo, scrive anche nel blog dell’Azienda Tenimenti Civa, di cui è Responsabile Marketing e Comunicazione.

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